Questo è Tuffi! Demordiamo.
Io sono Vittorio Ray, questa è Tuffi, la newsletter de Il Tuffatore.
Questa introduzione circolarmente didascalica e morettianamente autoreferenziale è un tentativo di SEO, se vuoi ti puoi iscrivere qui sotto.
Una parola sugli addii al celibato. Riti ormai puramente goliardici, momenti di intimità con un nubendo che si avvia a una vita matrimoniale e potenzialmente con sempre meno occasioni di amicizia virile, in teoria gli AaC dovrebbero conservare anche una dimensione caliente, qualcosa che metta a dura prova la risolutezza dello sposo nella sua scelta. Ballerine, spogliarelliste, etc. etc. Quest’ultima dimensione, grazie a Dio, è sempre più ridotta, soprattutto in compagnie di amici provenienti da città oltre i 30mila abitanti. Non solo. La verità è che oggi questo rito è sempre meno significativo perché il matrimonio è una scelta quasi controcorrente, o se non altro sempre estremamente libera e presa nel pieno della volontà di stare insieme alla persona amata. A poche settimane dall’evento, è molto probabile che i futuri sposini siano in uno dei punti massimi dell’amore di coppia, e quindi sono completamente immuni a ogni tentativo di tentazione.
E tuttavia c’è ancora qualcosa che gli AaC mettono effettivamente alla prova: la solidità dei rapporti coniugali degli amici dello sposo. In prima approssimazione, in una compagnia di amici in cui uno si sposi, è probabile che vari di questi abbiano già delle relazioni significative, alcuni saranno anche già sposati, o conviventi stabili, alcuni con figli. Tutti questi arriveranno all’AaC essendo ormai da tempo digiuni di eventi ‘mondani’ o addirittura ‘osé’. Gente sposata da 5 anni, che non vede la mezzanotte da 7 e prepara pannolini e pappette da 4, catapultata per un intero weekend a fare vita da adolescenti: locali, serate, alcol, commenti, occhiate, balletti, etc. Non saranno necessariamente esposti a tentazioni carnali concrete, ma i loro sensi saranno bombardati da materiale fresco e ravvicinato da fornire alla mente, all’immaginazione, al sogno ipotetico di come la vita potrebbe cambiare. Se c’è qualcuno esposto a una prova di convinzione delle scelte fatte, un test di soddisfazione della strada imboccata, questi non sono gli imminenti futuri sposi, ma gli amici. Se c’è un segno prezioso da cogliere, è lo sguardo con cui questi si guardano intorno in discoteca, o il tono con cui rispondono al telefono, o la solerzia con cui si avviano alla macchina per tornare a casa. Questi sono i veri eroi poco celebrati degli Addii al Celibato moderni; a loro l’augurio di rimanere forti e degni nella vita.
Caso Imane Khelif. In questa newsletter ci sforziamo di non parlare di cose di cui si parla già molto altrove, e spesso in modo più preciso e approfondito. Deroghiamo solo per dire due cose sulla pugile algerina, e su quello che su di lei si è detto.
Continua ad essere stupefacente la capacità dell’ideologia di annebbiare le menti, anche le più lucide. Premesso che su questo caso le informazioni sono poche, confuse, a volte contraddittorie (ovviamente c’è una volontà politica dietro questa confusione), quello che stupisce è la mancanza di volontà delle persone di collegare logicamente queste informazioni, ove fossero disponibili. Due esempi su tutti:
quelli che dicono “svegliatevi ragazzi! lo sport è esattamente l’esaltazione di talenti straordinari delle persone, quindi se questa ragazza ha livelli non-ordinari di testosterone è esattamente come chi è alto 2 metri e 30 e ha più facilità a giocare a basket”.
Apparentemente vero, peccato che tra tutti i talenti e le caratteristiche fisiche, ce n’è solo una su cui abbiamo deciso di discriminare, e questa caratteristica è il sesso fisico (in ogni modo questo sia scientificamente determinato, compresi i caratteri c.d. secondari - ormoni, etc.). Poi magari un giorno decideremo di fare anche categorie separate per alti e bassi, o magri e grassi; per adesso limitiamoci ad accettare che da un lato abbiamo messo le femmine, dall’altro i maschi. Se sei alto 8 metri puoi giocare a basket con quelli alti 1 metro. Se sei considerato maschio o non-completamente femmina (secondo criteri scientificamente condivisi), non puoi giocare con le femmine. E su questo semplice binario cerchiamo di muoverci con onestà.
quelli che dicono “Imane Khelif è sempre stata socializzata come donna” e allegano anche la fotina di Imane da bambina con un fiocco in testa.
Siete stupidi? Stiamo parlando di sesso biologico (cose misurabili, testosterone, organi sessuali, cromosomi) e voi parlate di socializzazione e di genere? Lo fate apposta? Riuscite a separare i concetti (sesso e genere) che voi stessi avete voluto arbitrariamente separare? Cercate di farcela.
Per un riepilogo veramente esaustivo della vicenda, questo lunghissimo e molto ben documentato articolo di Quillette.
Sì, il mondo è grande, il mondo è immenso anche di giorno, quando la vallata di Višegrad vibra sotto la calura e quasi si sente il rumore del grano che matura, quando la kasaba, sparpagliata intorno al verde fiume, chiusa dalla linea regolare del ponte e dai neri monti, sembra esplodere nel suo biancore. Ma è di notte, solo di notte, che il cielo si anima e si infiamma rivelando l'immensità e la grande energia di quel mondo in cui l'essere umano si smarrisce e non sa più dove andare né cosa desiderare o fare. Solo allora si vive realmente, con serenità e a lungo; solo allora non ci sono più parole che impegnano per tutta la vita, promesse fatidiche o situazioni disperate la cui conclusione si avvicina inesorabile e lascia solo la morte o la vergogna come via d'uscita. Sì, non è come durante la vita diurna, quando non si può tornare sulla parola data, né sfuggire a quel che si è promesso. Di notte tutto è libero, infinito, anonimo e muto.
Ivo Andrić, Il ponte sulla Drina, 1945