Tuffi/60
Biden anticomplottista, vademecum gelaterie, tg sportivo, Spalletti lavoratore, Germania ultrasionista
Questo è Tuffi! Demordiamo.
Io sono Vittorio Ray, questa è Tuffi, la newsletter de Il Tuffatore.
Questa introduzione circolarmente didascalica e morettianamente autoreferenziale è un tentativo di SEO, se vuoi ti puoi iscrivere qui sotto.
Uno tra i dati veramente notevoli del non-ritiro di Biden è che siamo davanti a una nuova, schiacciante prova contro il complottismo. Questo non-ritiro ci dice una cosa durissima, apparentemente banale e in realtà quasi impensabile: il presidente degli Stati Uniti è veramente la persona più potente degli Stati Uniti. Cioè non c'è nessuno che lo abbia ancora preso e nascosto in una cantina, il deep state, i poteri forti, un “pazzo” telecomandato che lo accoltella a un comizio, niente. È assurdo e anche meraviglioso. Da mesi e per chissà quante altre settimane i poteri forti sono lì inginocchiati in corridoio a fare pressione, cioè a supplicare il sovrano assoluto e delirante affinché faccia un passo indietro, si metta una mano sul cuore, per il bene dei figli e dei nipoti. Come sempre è stato, d'altronde, in tutta la storia dell'umanità: come i re, i sultani, i faraoni, Caligola, il cavallo, etc.
Noi in fondo ammiccanti al complotto o almeno aperti all’ipotesi che oltre le facciate ci sia altro, che “sì certo il presidente, però poi dietro, di lato, sopra pure lui ci avrà dei veri capi a cui deve rispondere”, ecco tutti noi per questa volta prendiamoci ‘sto schiaffo in faccia.
Gelaterie vecchie → restare su gusti classici
Gelaterie nuove → avventurarsi in gusti eccentrici, mix fichetti, variegati emulsionati etc.
Quando pranzo a casa mi fa molto piacere guardare qualche minuto di Sport Mediaset, il tg generalista sportivo in onda ogni giorno per 40 minuti su Italia1. Mi ricorda molto il telegiornale dei ragazzi che andava in onda durante Solletico, impareggiato programma di formazione e sollazzo di Rai1. Si chiamava GT Ragazzi e c'erano dei piccoli inviati che facevano i servizi vestiti un po’ eleganti, insomma come gli adulti dei tg veri.
Ora, lungi da questa newsletter voler fare una tirata contro lo sport o il tifo perché non siamo quell’umanità e anzi riconosciamo allo sport tutti gli onori, la bellezza la nobiltà etc. È che questi del tg sportivo hanno una strana grevità nel raccontare le notizie. Non so cosa auspico, cosa mi aspetto, però sarebbe bello introdurre ogni notizia, o almeno ogni edizione, con un sorriso a trentadue denti e la frase “premesso che non riusciamo a rendere abbastanza la felicità di vivere in un frangente di mondo che ha completamente surrogato la violenza nello sport, e che usciti da questo studio andremo a fare libagioni per gli dei che ci hanno concesso di vivere in questo sfarzo filosofico […]” e poi la notizia che Zebina purtroppo non rinnova il contratto etc.
Invece non lo fanno. Fanno le facce serie, quasi preoccupate.
A proposito di facce serie nel calcio. È molto poco fine prendersela con gli sconfitti, spero sia passato abbastanza tempo per raccontare un ricordo personale su Spalletti. Spalletti per i romanisti è stato un uomo rispettabilissimo, anche quando ha osato mettere in dubbio la religione tottiana. Il crollo dello Spalletti-essere umano per me è avvenuta quasi per caso, proprio nel giorno in cui Spalletti è passato dall’essere allenatore bravino-sfigato a bravissimo-vincente. Il giorno della vittoria dello scudetto del Napoli, in un’intervista appena fuori dal campo, Diletta Leotta gli chiese che emozioni stesse provando, e Spalletti rispose
“Il problema, per quelli abituati a lavorare duramente come me, è che non riusciamo a gioire totalmente delle vittorie. La felicità è una cosa fugace.”
Mi dispiace molto tirare fuori questo episodio nell’ora pubblicamente più buia per Spalletti, avrei voluto farlo prima. Però in quella circostanza, a un quarto d’ora dal primo scudetto della tua vita, a una domanda leggera posta dalla giornalista più leggera e sorridente d’Italia, se dai quella risposta ti stai veramente prendendo un po’ troppo sul serio.
Rassegna stampa: la Germania ha stabilito che per ottenere la cittadinanza tedesca bisogna rinunciare all’antisionismo, cioè bisogna affermare pubblicamente che Israele ha diritto di esistere (in quanto stato etnico degli ebrei, che è la definizione di Israele).
Non sono esperto di lobby, ma non ho ancora capito com’è avvenuto che il paese che ha dato vita al nazismo si ritrovi con le posizioni più pro-israeliane d’Europa. Cioè, al di là del meccanismo dantesco del contrappasso, o del karma buddista, non capisco tecnicamente come si fa a ribaltare completamente e altrettanto ottusamente le idee di un intero popolo, peraltro con una certa tradizione filosofica, nel giro di neanche un secolo. Se qualcuno vuole consigliare delle letture sull’argomento è il benvenuto.
Spalletti ha vinto lo scudetto grazie a Kvara. Quindi, i napoletani devono addirittura ringraziare Insigne, non Spalletti.
All’Inter è stato un allenatore assolutamente mediocre. Dopo lo scudetto si è assolutamente montato la testa. E con lui mezza Italia.