Tuffi/31
Autotagliare torta, argomenti risolti, Lotta Comunista, Ansar Allah, varietà, cene aziendali.
Questo è Tuffi! Demordiamo.
Io sono Vittorio Ray, questa è Tuffi, la newsletter de Il Tuffatore.
Questa introduzione circolarmente didascalica e morettianamente autoreferenziale è un tentativo di SEO, se vuoi ti puoi iscrivere qui sotto.
Il mondo piange ogni volta che un bambino ha fame e ogni volta che un festeggiato deve tagliarsi da solo la torta. Tagliarsi la torta da soli al compleanno è un gesto di tristezza e solitudine universale. Amici, amiche, sorelle e cugini del festeggiato che così gentilmente vi ha invitato: passatevi una mano sulla coscienza, prendete in mano la situazione e fate il regalo più bello.
Tagliate e servite la torta.
La maggior parte del tempo, sulla maggior parte delle circostanze e degli avvenimenti intorno a noi, non produciamo che impressioni embrionali, semilavorate, ancora poco chiarificate, su cui una parte burocratica del cervello appone il timbro “da rielaborare” e archivia nell'immenso armadio dei pensieri abbozzati.
Solo raramente la mente ci fa la grazia di concludere un argomento, sviscerare e scomporre un pensiero fino nei suoi più fondamentali elementi, e lì viene rilasciata una certa piccola gioia, istantanea e poi ricorrente, ogni volta che il nostro pensiero per qualche motivo torna all’argomento, o qualcuno ci chiede per caso che ne pensiamo.
Durante il liceo, ogni tanto venivano davanti scuola i ragazzi del giornale Lotta Comunista. Tenerissimo residuo del ‘900, i regaz di LC cercavano di vendere il giornale ma soprattutto di coinvolgere nuove persone nei loro dibattiti di teoria politica, che si svolgevano ogni settimana nella loro sede, in zona Monteverde (Roma ovest). Ci andai una volta sola, non era male.
La morale di questa storia è che quando quelli venivano davanti scuola, appena vedevano uno vagamente interessato, gli chiedevano il numero e lo tartassavano di telefonate per invitarlo ai dibattiti. Scoperta questa cosa, una volta mi mostrai molto interessato e lasciai nome e numero di un mio compagno di classe. Poi lo fece anche lui col mio numero, e lo scherzo divenne una specie di prassi; accadde almeno 3-4 volte a testa. Quando mi chiamavano quelli di LC, sapevo che Giammarco mi aveva pensato.
Tutto questo per dire che se in queste settimane di feste volete fare un bel regalo al vostro migliore amico, potete regalargli l’iscrizione al Tuffatore. Una mattonata di parole su argomenti scelti a caso, sparata in faccia, il sabato mattina. Un bellissimo regalo, o alla peggio un bellissimo scherzo. Potete mettere il suo indirizzo qui sotto.
Rassegna:
“La nostra posizione a sostegno della Palestina e della Striscia di Gaza rimarrà fino alla fine dell'assedio, fino all'ingresso di cibo e medicine, e il nostro sostegno al popolo palestinese oppresso rimarrà continuo”. Lo ha detto un ufficiale di Ansar Allah, la milizia Houthi che ha preso possesso dello Yemen. Stanno congestionando una buona parte del traffico marittimo mondiale controllando lo stretto di Bab el Mandeb, all’imbocco sud del Mar Rosso (che poi sbocca a nord nel Mediterraneo tramite il canale di Suez). Ne ha parlato Paolo Mossetti su Wired.
(non vorrei fare il complottista già alla trentunesima puntata, ma mi pare che sui nostri media generalisti, di questa vicenda dai risvolti potenzialmente molto grandi, se ne stia parlando meno del giusto.)
A parità di sfiga, una persona del sud è meno sfigata di una del nord.
Solo le donne piangono di gioia.
Nel 2024 sentiremo molte persone dire "Non ho più Netflix". Se lo avevate già intuito, dal mio piccolo osservatorio confermo che è il nuovo "Non ho la tv a casa". (molti che “non avevano la tv” e si erano fatti Netflix nel 2025 si rifaranno la tv, ma lasciamogli questo 2024 pieno di avventure ai confini del mondo.
Così come i Millennials sono i primi nativi digitali, cioè immediatamente dotati di tecnologia digitale, così le wedding planner sono la prima categoria professionale dotata naturalmente di sigaretta elettronica.
Teche:
Sempre sulle cene aziendali, un paradosso su cui vorremmo fare luce: l'argomento del discorso. Si tratta di un pendolo interiore che oscilla senza pace tra due poli: parlare di lavoro vs. parlare di altro. Siamo a cena, abbiamo appena finito una giornata di alienazione e mortificazione a beneficio di mezzi di produzione non nostri, vogliamo davvero continuare ad angustiarci con quelle microlamentele da ingranaggi sfigati senza potere anche durante le poche ore di veglia non remunerata che abbiamo? Parliamo d'altro! Benissimo, parliamo d'altro, quindi deliberatamente affrontiamo l'attualità con la superficialità più rasoterra possibile, chi ha visto le prime tre serie in homepage su Netflix, quali paesi non hai *fatto* e vorresti invece *fare*? etc. Il punto è che per fortuna, grazie al capitalismo alla tecnologia e altri fenomeni sociali tipo il clustering, ognuno di noi ha ormai degli interessi e una conoscenza molto specifici, per cui è molto difficile sedersi accanto a un collega estratto a caso con cui possa essere interessante parlare, o per poco interesse del ∀ argomento, o per poca conoscenza di quell'argomento da parte di quella persona. Quindi scusa, tornando a prima, mi dicevi che la Rangelosi vuole cambiare dipartimento per gli screzi col capo? Pazzesco però anche lei a volte [...] Ok ok anche lei a volte ma Putin? Questa storia che beve il sangue di cervo per curarsi il cancro? Mi dici per favore che opinione ti sei fatto sul cervo? E poi sul sangue in generale. E poi sul cancro, il segno di terra.