Tuffi/30
Pazzia parolaccia, Javier Milei, Argentina, democrazia, founder palestrati, Cybertruck anarcocapitalista, Aranzulla mastoplastica
Questo è Tuffi! Demordiamo.
Io sono Vittorio Ray, questa è Tuffi, la newsletter de Il Tuffatore.
Questa introduzione circolarmente didascalica e morettianamente autoreferenziale è un tentativo di SEO, se vuoi ti puoi iscrivere qui sotto.
La generazione dei nostri genitori, e ancora più quella dei nonni, aveva una considerazione molto diversa della parola “pazzo”. Ricordo nitidamente che se qualcuno, per scherzo o anche un po’ offeso a seguito di un dispetto, diceva “pazzo” a un cugino o a un fratello, i superiori intervenivano a sgridare ammantando la cosa di una certa gravitas. Era una parolaccia. Non so dire perché, forse perché la pazzia era più diffusa, o perché era l’unica parola ombrello che inglobava anche quella sfera nella sfera che noi Millennials avremmo imparato a chiamare “malattia mentale”.
Per la nostra generazione, inutile dirlo, “pazzo” ha la leggerezza dell’ovatta: quasi sempre è un complimento per indicare audacia, istrionismo o anche solo una simpatia un filo fuori dalle righe.
Tutto questo pippone per comunicarvi, probabilmente già lo sapete, che gli argentini hanno eletto un presidente pazzo. Non clinicamente, ma pazzo di una pazzia a cui anche i nostri nonni avrebbero ampiamente concesso l’etichetta.
Si trovano un po’ ovunque su internet i vari segni di questa pazzia, non li elenco qui perché non vorrei depotenziare la cosa. Anticipo solo che Javier Milei, così si chiama il nuovo presidente che ha giurato questa settimana a Buenos Aires, ha fatto clonare il cane morto in altri 4 cani, e parla con quello morto tramite una medium.
Non voglio parlare troppo di Milei, anche perché ne so colpevolmente poco. Il punto a cui vorrei arrivare è che mi sembra che rappresenti una novità. Anche nella ormai notevole striscia di personaggi eccentrici eletti recentemente, Grillo, Trump, Bolsonaro, etc. mi pare che Milei rappresenti un ulteriore salto di questa macchina “impazzita” eppure (ce lo siamo sempre detti, e alla fine lo pensiamo) necessaria chiamata democrazia.
Mi sembra arrivato il momento di aggiornare le nostre teorie sulla democrazia perché qui abbiamo un dato nuovo. Il popolo argentino, il popolo (mi lancio in questa indimostrabile affermazione) più simile al popolo italiano, un popolo tutto sommato educato, con dei fasti industriali ed economici importanti di cui gloriarsi, una tradizione culturale ricchissima, bene, questo popolo ha deliberatamente messo il proprio paese nelle mani di uno che non nasconde i propri lampi di pazzia. Non solo non li nasconde, ma ne fa una specie di vanto, di marchio di fabbrica.
Beppe Grillo, quello che conosciamo meglio del gruppo, ha sempre confuso molto bene il suo essere sopra le righe col suo essere attore. Il “Vaffanculo” era un atto performativo, finzionale. Grillo ha sempre cercato di vendersi come intelligente più che accalorato. La cosa più estremista che ha mai detto era di uscire dall’Euro. Con Milei, mi pare, si è fatto un passetto. Anche nella mancanza di layer tra il volto pubblico e le convinzioni private. Milei sembra essere genuino, sembra crederci veramente.
Butto giù delle ipotesi preliminarissime, da ragionare e inserire nelle eventuali nuove teorie.
L’elettore medio di questo secolo riconosce un enorme premium all’homo novus. Un premium incomparabile con le altre caratteristiche dei candidati. Milei ha vinto sulla principale promessa (in questo davvero identica a Grillo) di mandare a casa la casta, il peronismo, tutta la classe dirigente che ha governato il paese negli ultimi decenni. Senza entrare nei dettagli della contingente situazione argentina, il nuovo dato è: meglio una persona pazza che uno della casta. Se questo dato diventa stabile, magari ci rendiamo conto che i progetti politici dovranno concepirsi come partiti-lampo, temporary-cluster: partiti che già sanno che ogni 5 anni dovranno smantellare tutto, personaggi compresi, e cambiare completamente pelle, logo e nomi da candidare.
L’idea sempre più diffusa che le cose non possano realmente crollare, e che il fattore umano sia sempre meno rilevante (cfr. tecnocrazia e tecnologia in generale). Questo è vero anche se pensiamo a noi e al nostro governo. Un po’ per la tendenza a moderarsi delle persone al governo, un po’ per la tendenza a venire moderate dal sistema, dai vincoli internazionali, problemi esterni, etc., la Meloni è ormai un cucciolo di atlantismo europeista. Questa percezione “pre-recintata” dello spazio politico, se da un lato può essere confortante perché significa che il sistema ha una certa stabilità (forse la stabilità è evolutivamente la funzione-obiettivo principale di ogni sistema politico), nell’elettore può portare a una progressiva memizzazione del gesto elettorale. Abbiamo votato tizio che era un pazzo, ma alla fine le cose hanno continuato ad andare mediocremente. Allora la prossima volta voteremo uno ancora più pazzo, tanto le cose non vengono decise lì. In un’intervista che ho sentito in questi giorni, una ragazza argentina raccontava che quando chiedeva agli amici se non fossero spaventati dall’arrivo di Milei, le rispondevano “no seas pesada”, “non esagerare”. Come se non stessero davvero eleggendo la persona più potente del paese.
Esistono nuove classi socio-economiche. Se ho capito bene, tra le fasce più attiviste ed entusiaste di Milei c’erano i rider delle app di delivery. Che sono l’unica categoria veramente comprensibile e lineare se dobbiamo spiegare il voto a un autodichiarato anarco-capitalista. I rider sono persone che vivono già l’anarco-capitalismo. E forse sono i primi bagliori di un’intera costa a cui ci stiamo inesorabilmente avvicinando.
Rassegna sull’Argentina: 10 frasi choc dette da Milei.
Un brevissimo riassunto di quello che è in gioco nelle prossime settimane in Argentina.
Un podcast su Spotify su Milei, dura un paio d’ore in totale. Carino (in spagnolo).
Rassegna normolinguistica: il plurale dei forestierismi non adattati
(so che voi già lo sapete ma è importantissimo; ditelo anche agli altri.)
Rassegna stampa: Alessandro Lolli e Raffaele A. Ventura (già autore del ventottesimo tuffo) parlano di chi ha scritto le regole della dicibilità contemporanea.
Rassegna di coppia:
Agenda. Prossimamente vorrei parlare di due cose: dei tecno-founder-palestrati, una categoria antropologica che sta emergendo con grande forza, da Aranzulla a Zuckerberg a Chesky (Ceo di Aribnb) a Bezos a Musk; e insieme fare una breve filosofia del Cybertruck, il nuovo pick-up di Tesla, il cavallo perfetto per i tecno-founder-palestrati per spostarsi nella nuova epica anarco-capitalista.
[Se non lo avete visto: questo è il video pubblicitario più bello della storia delle automobili.]
Gli uomini che si iniziano a pompare a 30 anni hanno addosso la stessa posticcità delle donne che si rifanno senza grazia. I muscoli di Aranzulla sono esattamente le tette a palloncino di un intervento di mastoplastica low-budget.