Questo è Tuffi! Demordiamo.
Io sono Vittorio Ray, questa è Tuffi, la newsletter de Il Tuffatore.
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Di tanto in tanto ospiteremo contributi esterni. Questa settimana ospitiamo ventitré tesi di Leonardo Arigone, filosofo e amico del Tuffatore.
Arendt 2.0 - Per criticare i totalitarismi efferati del Novecento, la cultura filosofica del secolo scorso ha messo a punto la categoria di banalità del male; per sottrarsi alla garbata eppure soffocante stretta del potere contemporaneo, il pensiero a venire dovrà invece indagare l’idea di malignità del banale.
Lo zoo - A fine Ottocento, è mutato il paradigma architettonico di costruzione degli zoo: sbarre e gabbie hanno iniziato a essere considerate indegni strumenti di reclusione e sono state sostituite da più discreti fossati e canali posti a separazione dei diversi ambienti. Il successo del passaggio dalla brutalità manifesta delle sbarre alla subdola innocuità dei fossati è stato tale che la maggior parte degli zoo in Occidente appartengono ormai al secondo tipo. E ciò ha certamente apportato un concreto miglioramento al benessere degli animali; eppure, questo progresso nasconde in sé un preoccupante indizio sulla trasformazione del potere: un’istituzione visibile e violenta può essere combattuta ed eventualmente sconfitta; al contrario, chi si ribellerà a un’autorità così ingentilita da annullare in apparenza se stessa?
Una precisazione innecessaria - Ovviamente, lo zoo con le sbarre è Tettista, mentre lo zoo con i fossati è Culista (v. abbecedario).
Dalla meccanica classica alla meccanica quantistica - La transizione dagli zoo con le sbarre agli zoo con i fossati è sintomatica di un processo più ampio che investe l’intera modernità. Ecco alcuni altri casi di tendenze evolutive in atto da un elemento aspro ma identificabile a un altro dolce ma ambiguo: dall’esame universitario (fallibile ma unico) alle prove in itinere (facili ma numerose); dai crunch addominali (pesanti ma soddisfacenti) agli esercizi per l’equilibrio (leggeri ma noiosi); dai fuochi d’artificio (spettacolari ma rumorosi) agli spettacoli di droni (silenziosi ma tristi); dal pagamento sull’unghia (oneroso ma circoscritto) alle formule di abbonamento (abbordabili ma vincolanti); dall’uso della pistola (letale ma raro) all’utilizzo del taser (meno mortale ma più impiegabile); dalla centralità della conoscenza (circoscritta ma verificabile) all’enfasi sulla competenza (estesa ma fumosa); dalla gerarchia della fabbrica (diseguale ma patente) all’orizzontalità dell’impresa (smart ma ingannevole). Insomma, un secolo prima le sbarre lasciano spazio ai fossati negli zoo e un secolo dopo i professori nelle scuole non assegnano più i compiti estivi ma raccomandano agli studenti di passare una bella estate (non che l’obbligo di tradurre una versione sia meglio del consiglio di prendere il sole, anzi; il punto, piuttosto, è che l’obbligo può essere trasgredito e quindi lascia spazio alla libertà, mentre il consiglio non chiede nulla e quindi non permette di affermare per contrasto l’autonomia dell’altro).
La Terreur - Gli zombie, elementi di una massa indistinta di straccioni, rappresentano l’incubo delle destre; i vampiri, nobili eccentrici che perseguitano la povera gente, incarnano la fobia delle sinistre.
Una similitudine - Credo che applausi e bestemmie, due atti comunicativi in fondo misteriosi, assolvano la stessa funzione, ovvero ripristinare l’omeostasi emotiva dopo un forte choc esterno: una sublime esecuzione di violino o una inaspettata capocciata contro uno sportello suscitano in noi emozioni tali da alterare la nostra stabilità emotiva, per restaurare la quale produciamo una comunicazione gestuale o verbale rivolta verso l’esterno in cui i nostri sentimenti possano trovare sfogo.
Royal families - A torto vengono paragonati i Ferragnez ai loro supposti omologhi statunitensi – i Kardashian. La differenza fra le due famiglie di celebrities è infatti incolmabile: Chiara esprime un messaggio etico da pappa del cuore, Kim espone semplicemente se stessa; Chiara incarna l’etica, pensiero rivolto all’azione, mentre Kim (autoreferenzialmente famous for being famous) parteggia per la metafisica, pensiero di pensiero; Chiara raccoglie l’eredità pedagogica di De Amicis, mentre Kim rilancia l’avanguardismo dell’art pour l’art.
Struttura e forme - Se il Novecento ha avuto il marxismo, il XXI secolo ha le teorie incel.
Lucido - Dario Fabbri è il miglior pensatore italiano vivente. È un mistico ossessionato dalla metafisica della gloria, nulla al di fuori di ciò gli interessa; le sue analisi sono spietate e minimaliste, il suo fraseggio asciutto e sicuro; disprezza giustamente le analisi raffinate, spesso esalta l’analfabetismo di sua nonna. Credo che le sue fonti siano un paio di libri di Calasso e qualche guida turistica dei maggiori Paesi del mondo: ha capito che per costruire immani edifici concettuali servono pochi, enormi macigni. I grands récits del Novecento saranno pure pericolanti, ma la babelica torre della geopolitica mi sembra ancora ben salda.
Made in Italy - Perché gli italiani sono così legati al cibo da riporre il proprio spirito nazionale nel tempo di cottura degli spaghetti? Tito Livio dice che la fama dei cuochi sorge in concomitanza con il declino imperiale, Dario Fabbri aggiunge che i popoli espulsi dalla storia indulgono nel comfort. Secondo questa ipotesi, la caduta del muro di Berlino e la presunta fine della storia avrebbero prodotto inestricabilmente i due tratti caratteristici della sinistra italiana – gastrofighettismo e oblio dei rapporti di forza.
I baffi di Farinetti - A conferma che nel food si sarebbero incanalate le pulsioni belliciste del popolo italiano sta un fatto sorprendente, che rimane l’unico aspetto della cultura contemporanea a non essere ancora passato al vaglio del fascistometro – la retorica dello slow food: il richiamo al territorio, alla tradizione e all’origine non è certo privo di assonanze con la propaganda Blut&Boden (sangue e suolo).
Please, visit our country - La gerarchia fra le città piemontesi non-capoluogo di provincia si regge su una dolorosa ingiustizia: Ivrea, città da cui provengo e culla della rivoluzione industriale di Olivetti, è immeritatamente meno nota di Alba, città da cui proviene mia suocera e ricettacolo di libidini eno-gastronomiche. Più provinciale, strapaesano e italico dell’odio verso la suocera, c’è solo la preferenza per il turismo a discapito dell’industria.
L’uomo Mosè - La lancia che noi accelerazionisti amanti dell’industria brandiamo contro il crasso edonismo contadino è stata ulteriormente accuminata da Alberto Grandi, ormai celebre storico che si dedica a debunkare i miti della gastronomia italiana (fra le sue tesi: in origine la pizza napoletana è stata inventata a New York, in verità l’autentico parmigiano viene prodotto in Wisconsin). La critica di Grandi alla cultura italiana è del tutto analoga – e lo dico anche senza ironia – a quella compiuta da Sigmund Freud all’interno di Der Mann Moses nei riguardi dello spirito d’Israele: in nome della verità storica, sia Grandi sia Freud strappano l’armatura di story-telling, leggende e tradizioni che difende l’identità dei rispettivi popoli e ne lasciano esposto il molle ventre: si scopre così che sotto sotto, in fondo in fondo, la cucina italiana non è nata in Italia bensì negli Stati Uniti e che, parimenti, Mosè non è ebreo ma in realtà Egizio.
Wimbledon - Il soft power britannico si basa, fra le altre cose, su due dispositivi differenti che però svolgono la medesima funzione di dominio razionale della natura incontrollabile: il prato all’inglese, nemico dell’esuberanza pilifera del terreno, e il fair play, che tiene a bada i moti più barbarici dello spirito.
Due tipi antropologici - Gli sciatori, con il loro procedere veloce e diritto, mi paiono persone troppo schiette e sincere; a loro, forse per le mie origini piemontesi, sento in fondo di preferire gli snowboarders, che scendono con dolcezza la montagna zigzagando e cambiando ipocritamente direzione. Questo fa di me un Culista?
Ex cathedra - La struttura della lezione universitaria in Italia è ricalcata sul modello della messa post-tridentina, durante la quale una persona incaricata del sapere spiega da una cattedra i libri che l’uditorio non ha letto; al contrario, in Nord Europa, i corsi universitari seguono lo stesso andamento della liturgia protestante, alle quale tutti partecipano in maniera seminariale senza distinzioni gerarchiche perché tutti hanno pari accesso alla scrittura.
Jesus Christ Superstar - Dagli albori della televisione fino al suo tramonto odierno, le notizie vengono annunciate da mezzibusti. Questa curiosa inquadratura riproduce la visuale che nelle messe preconciliari i fedeli in ascolto della novella avevano dei preti, di cui sporgeva dall’altare solo la parte alta del corpo. Inoltre, mi sembra che gli spettacoli televisivi non siano ontologicamente diversi dai riti eucaristici: in un caso come nell’altro, i corpi cessano di avere un’unica collocazione spazio-temporale (sia essa all’interno di uno studio televisivo o nella Palestina del primo secolo) e riescono a moltiplicarsi nell’etere con lo scopo di raggiungere gli spettatori-credenti ovunque questi si trovino. I mass media, insomma, sono già nella Bibbia – strano Biglino non se ne sia accorto.
Teologia e tecnologia - La lettera latina “w” corrisponde a quella ebraica “waw”, che essendo la sesta dell’alfabeto ha come valore numerico 6 (nel sistema di numerazione ebraico, infatti, le lettere valgono come cifre): la sigla “www” allora si può leggere come “666”; apple ovviamente è il frutto mangiato nell’eden, e la figlia di Steve Jobs si chiama Eve; il sistema operativo Microsoft Experience viene comunemente soprannominato “XP”, che sono le due lettere greche del monogramma di Cristo; a un processore progettato da Intel era stato dato il nome di “Tabor”, il monte della trasfigurazione di Gesù. Questo basti per confutare i teorici della secolarizzazione.
Hit parade - Ecco qui l’elenco dei salmi biblici secondo me più significativi: il primo e il secondo descrivono appropriatamente la desolazione personale e sociale che caratterizza la modernità; il ventiduesimo, oltre a essere fra i più famosi, sintetizza in modo rigoroso la poetica dell’intero libro; il ventireesimo è toccato da una dolcezza struggente; il trentunesimo gode forse della maggiore complessità e stratificazione; il quarantaduesimo e l’ottantesimo traboccano di letterarietà; il cinquantunesimo è senza dubbio quello più struggente; il sessantatreesimo si presta a essere letto a fine giornata; il settantaquattresimo e l’ottantottesimo evocano sentimenti parecchio torbidi; il centonovesimo è un incazzatissimo rant; il centotredicesimo e il centosedicesimo sono quelli teologicamente più accorti.
Malarchitettura - Come la tradizione politica italiana è stata stravolta da Mani pulite, così – nello stesso torno di anni – i canoni architettonici del Paese sono stati deturpati dalla costruzione di nuovi tribunali: i cosiddetti “palazzi di giustizia” di Torino, Firenze e Napoli sono gli edifici pubblici più brutti d’Italia.
Gentrification - Una regola inderogabile pare governare l’imporsi delle mode: ciò che prima è appannaggio dei poveri e degli emarginati mantiene il proprio carattere di esclusività ma inizia a venire apprezzato dai ricchi e dalle élites: il metodo Montessori passa dall’essere applicato ai tapini traumatizzati dalla Grande guerra a divenire il sistema educativo preferito da Jeff Bezos; per un certo periodo gli unici tatuati in Italia erano qualche carcerato e Gianni Agnelli; da alimento di risulta, le frattaglie diventano cool; prima di arrivare a Dior, lo streetwear è un elemento della cultura black dei ghetti.
Lederhosen - In virtù dello stesso principio sopraindicato, all’interno di un organismo politico la produzione di immaginario è sempre affidata a quella porzione di popolazione più discriminata e più meridionale: tutti gli stereotipi italiani derivano dai tratti tipici dei napoletani; l’immagine dei tedeschi è ricalcata su quella dei bavaresi.
Bonus track - I motti latini più commoventi che ho trovato in giro: “mane nobiscum, Domine, quoniam advesperascit” - Rimani con noi, Signore, perché si fa sera (all’imbocco di un vicolo a Firenze); “non est in alio aliquo salus” - In nessun altro c'è salvezza (in cima alla Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli); “vincula tua disrumpam [...] ut non cum hoc mundo damneris” - Romperò le tue catene [...] affinché tu non sia condannato insieme con questo mondo (dentro la Cappella di San Severo a Napoli).
Teche:
Tra i 30 e i 50 anni il fisico decade, anzi meglio: se tutto va secondo i piani giusti dello scorrere delle vite microborghesi che cerchiamo di essere degni di meritarci, dovrebbe decadere. Presentarsi l'estate successiva essendo molto migliorati, tipo molto dimagriti o molto palestrati, vuol dire che nell'inverno c'è stato un trauma, un cambio di programma, una grave perdita di stimoli, o almeno è sintomo generico che le cose non stanno andando come dovrebbero. Amiche, amici: poiché miglioriamo per dare una buona impressione agli altri, sappiate che miglioramenti drastici nella fase di vita in cui si dovrebbe peggiorare lasciano invece un'impressione cupa, nefasta, preoccupante. Quindi: se ce la fate, se avete la forza interiore nonostante le avversità, fate finta che vada tutto benissimo: peggiorate al ritmo della natura; sarete l'invidia di tutti. In seconda ipotesi, sempre ambita e ben alta sul podio: restate quasi stabili, quasi stazionari; ciò che è fatto è fatto. Terza e ultimissima: se proprio volete migliorare esteriormente, fatelo, ma promettetevi di farlo nella maniera più lenta e impercettibile di cui siete capaci. Oltre al danno della palestra invernale, non cadiate anche nella beffa della commiserazione.
La riflessione sugli zoo copiata para para da “Minima Moralia” di Adorno... la storia del ciabàttino come mestiere mistico (ahimè) già letta su un “libro” di DDC...